Leucoplachia: cos’è?
La leucoplachia orale è una lesione bianca o macchia bianca della mucosa orale, cronica, non eliminabile con lo sfregamento, dovuta ad una anomala cheratinizzazione della mucosa e che presenta all’esame istologico delle atipie cellulari, cioè la presenza di cellule con modificazione dei caratteri morfologici.
Alcune leucoplachie orali si trasformano in tumore maligno del cavo orale, difatti vengono inserite tra le lesioni precancerose del cavo orale, intese come un’alterazione epiteliale nella quale c’è un rischio maggiore di neoplasia maligna rispetto alla controparte indenne.
Nel 1972 la World Health Organization (WHO) ha definito le lesioni precancerose come: “alterazioni morfologiche tissutali nelle quali è più probabile l’evoluzione neoplastica rispetto al tessuto apparentemente sano”.
In base alla diversa percentuale di trasformazione maligna esse vengono
distinte in:
• Lesioni precancerose obbligate, con probabilità di trasformazione in tumore maligno molto alta (eritroplachia).
• Lesioni precancerose facoltative, che vengono distinte in:
a) lesioni locali con elevata incidenza di cancerizzazione – dal 5 al 10% –
(leucoplachia e lichen planus orale);
b) lesioni locali con scarsa tendenza alla malignizzazione – 1% – (fibrosi sottomucosa, papillomi singoli, lupus, glossiti e candidosi cronica).
La frequenza di trasformazione in tumore maligno dei vari tipi di leucoplachia varia in relazione alle diverse forme cliniche, con maggior rischio di evoluzione maligna in sedi presentati mucosa orale non cheratinizzata, cioè pavimento orale, lingua e vermiglio del labbro inferiore.
Leucoplachia della bocca: cause di insorgenza
La causa di insorgenza delle lesioni leucoplasiche è sconosciuta, anche se è evidente che l’uso di tabacco sia il fattore predisponente principale.
Altri fattori più frequentemente associati sono:
- Irritazione meccanica cronica data da protesi incongrue, con margini non idonei e causanti traumatismi cronici alle mucose orali, radici dentali e bordi taglienti di corone, abitudini viziate e parafunzioni come, ad esempio, succhiare o mordere la mucosa orale;
- Materiali odontoiatrici causa di tossicità, allergie e/o correnti elettrogalvaniche, cioè date dal contatto tra metalli diversi all’interno del cavo orale;
- Contatto con agenti carcinogeni liberati col fumo di sigaretta o sigaro o dal consumo di tabacco in genere,
Abuso di alcol associato al fumo; - Patologie sistemiche come l’anemia sideropenica, deficit nutrizionali (vit B12, acido folico, vitamine e oligoelementi), epatopatia, diabete, allergia.
Leucopatia della bocca: sedi di elezione.
Le sedi dove vi è maggior frequenza di riscontro della leucoplachia sono:
- Mucosa delle commessure labiali (leucoplachia del labbro inferiore correlate all’uso del tabacco);
- Vermiglio del labbro inferiore (leucoplachia delle labbra);
- Gengiva aderente cheratinizzata;
- Mucosa vestibolare;
- Lingua, con maggior incidenza sulle superfici ventro-.laterali;
- Pavimento orale.
Le lesioni sulla lingua, principalmente sulla superficie inferiore, nel pavimento orale, nel trigono retro molare e nel bordo vermiglio del labbro inferiore mostrano un rischio di evoluzione maligna decisamente maggiore.
Leucoplachia: sintomi
La lesione leucoplasica si presenta come un ispessimento bianco su mucosa sana, ruvido e non dolente, che non è asportabile con lo sfregamento; può comparire in qualsiasi area della mucosa orale, quindi come lesione gengivale o si possono avere lesioni sulla lingua.
Leucoplachia gengivale: classificazione.
Il termine leucoplachia è a volte usato in maniera imprecisa nella pratica clinica per determinare qualunque lesione bianca del cavo orale; da tale abitudine deriva la confusione terminologica con altre forme patologiche.
Oltre che dal punto di vista clinico, per classificare la leucoplachia è necessario il rilievo bioptico, cioè effettuare una biopsia della lesione con successivo esame istologico.
L’esame bioptico può essere di due diversi tipi in base alle dimensioni della lesione: escissionale per lesioni inferiori ai 6 millimetri, con la quale viene asportata completamente la lesione assieme ad un margine di tessuto sano (diagnosi e terapia) o incisionale, per lesioni di dimensioni superiori ai 6 millimetri, dove viene asportata una parte della lesione con tessuto sano attiguo.
Per identificare in maniera sicura e precisa le zone del prelievo il metodo più diffuso è quello che utilizza i coloranti vitali, cioè che evidenziano le cellule in attiva proliferazione, come il blu di toluidina o la soluzione iodata di Lugol.
In base alle caratteristiche cliniche della superficie le leucoplachie possono essere classificate in differenti forme con prognosi diverse di evoluzione maligna.
Abbiamo:
- La leucoplachia omogenea o piana che si presenta come un alterazione omogenea che può essere liscia o attraversata da solchi; Essa presenta un rischio minimo di evoluzione maligna;
- La leucoplachia disomogenea può presentarsi con diverse caratteristiche in forma maculare (bianca e rossa) o nodulare costituita da piccoli noduli; ha una probabilità 4-5 volte superiore di andare incontro a trasformazione maligna rispetto alla leucoplachia omogenea.
- L’eritroleucoplachia (maculare, variegata, fissurata disomogenea) presenta un aspetto con colorazione bianca e rossa determinata dall’alternarsi di aree di ipercheratosi, atrofia ed erosioni; ha un altissimo potenziale degenerativo.
- La leucoplachia verrucosa proliferativa, di rara osservazione, è una leucoplachia disomogenea che si presenta come lesione esofitica papillare, cioè che tende a crescere verso l’esterno; esordisce come una semplice ipercheratosi omogenea, cioè un ispessimento omogeneo della mucosa, ma tende a diventare multifocale, cioè forma vaste placche; è caratterizzata da un elevato potenziale di degenerazione maligna.
- La leucoplachia cronica iperplastica ( leucoplachia da candida) è il risultato della superinfezione da candida, cioè il micete candida albicans va a colonizzare la lesione leucoplasia, non è la candidosi a dare la lesione; si presenta come una lesione non uniforme su base eritematosa, osservabile frequentemente nelle zone di mucosa della guancia dietro le commissure delle labbra nei fumatori accaniti; presenta un ridotto potenziale di evoluzione maligno.
- La leucoplachia orale villosa o pelosa è caratterizzata da proiezioni cheratiniche simili a capelli (hairy leukoplakia o leucoplachia capelluta), assume l’aspetto di placche o strie rilevate di colorito biancastro, aderenti al sottostante piano mucoso; è causata dall’infezione del virus di Epstain-Barr, il virus della mononucleosi infettiva o malattia del bacio, e si presenta associata all’AIDS, quindi in soggetti affetti da hiv, e altri stati di immunodepressione nel corso di gravi malattie croniche; non rappresenta rischio di degenerazione neoplastica.
Leucoplachia della lingua: sintomi e cure
Le cause delle lesioni alla lingua possono essere le più disparate: un uso eccessivo di farmaci o collutori, come ad esempio la clorexidina, affezioni dell’apparato digerente, carenze vitaminiche, dismicrobismo da antibiotici, etc.
Come per ogni zona della mucosa orale prima di parlare di leucoplachia bisogna strofinare la lesione e vedere se viene rimossa la patina bianca oppure no.
Visto che la lingua è spesso sede di alterazioni del colore per svariati motivi, come ad esempio infezioni da candida o mughetto, è buona norma spazzolare la lingua prima di lavare i denti e valutare se le lesioni si staccano.
In presenza di macchie bianche non eliminabili con lo strofinamento, come detto prima, bisogna valutare tramite biopsia e successivo esame istologico se siamo in presenza di lesioni leucoplasiche.
Le sedi d’elezione per le lesioni alla lingua sono le superfici laterali e ventrali della lingua, mentre nelle zone non cheratinizzate, come la superficie inferiore, vi è un maggior rischio di degenerazione maligna.
La lingua è una delle sedi di elezione per la leucoplachia orale pelosa.
La terapia varia in base al tipo di affezione, in presenza di candida si procederà ad una terapia con antimicotico con somministrazione per via orale, nel caso di carenza vitaminica si procederà ad assumere degli integratori e così via.
Una volta fatta diagnosi certezza di leucoplachia tramite la biopsia si dovrà valutare di rimuovere la lesione tramite intervento chirurgico.
Leucoplachia corde vocali
E’ una patologia di competenza dell’otorinolaringoiatra.
Come per il cavo orale la leucoplachia laringea è una lesione precancerosa a forma di piccole chiazze, di colorito biancastro che spesso si localizza sulle corde vocali.
Colpisce prevalentemente i fumatori e chi fa un uso eccessivo di alcol.
La trasformazione maligna è frequente, è presente ipercheratosi, cioè presenza di cheratina, dell’epitelio della mucosa e atipie cellulari, visibili dopo biopsia.
Leucoplachia: come si cura?
Per la leucoplachia sono previsti diversi approcci terapeutici anche se l’unico risolutivo è quello chirurgico.
La prima misura da effettuare è l’eliminazione dei fattori irritativi che possono aver portato alla comparsa delle lesioni, quindi eliminare tutto quello che può dare dei traumi cronici alla mucosa: protesi strabordanti e con margini incongrui, radici con margini taglienti, restauri effettuati con metalli diversi che possono dare fenomeni di bimetallismo o allergie, etc.
Nel caso di soggetti fumatori e/o che abusano col consumo di alcol è necessaria l’astensione totale per eliminare il contatto con i carcinogeni contenuti nelle sigarette.
Dopo aver evidenziato tramite l’anamnesi le possibili condizioni patologiche sistemiche generali bisogna procedere alla terapia mirata per la risoluzione delle stesse, ad esempio anemia sideropenica, carenze vitaminiche, etc. In presenza di candida albicans è necessaria la terapia con antimicotici orali e locali.
Leucoplachia: exeresi chirurgica
La rimozione tramite intervento chirurgico è considerata il trattamento di elezione e deve essere sempre preso in considerazione, soprattutto in presenza di lesioni caratterizzate ad alto potenziale maligno, che sono da asportate completamente.
Come detto prima, la rimozione completa della lezione, biopsia escissionale, è possibile solo per lesioni di dimensioni ridotte (inferiori ai 6 millimetri) e permette sia di poter effettuare l’analisi istologica del frammento bioptico sia ha funzione terapeutica. In presenza di lesioni di dimensioni maggiori l’intervento di escissione è da effettuare in un secondo momento rispetto alla biopsia (incisionale).
Le lesioni possono essere rimosse o tramite il classico bisturi a lama fredda oppure con l’elettrobisturi o mediante abrasione meccanica della mucosa (dermoabrasione).
Invece, la crioterapia e la chirurgia con laser trovano indicazione solo quando l’escissione chirurgica è controindicata per la presenza di difficoltà di accesso, di lesioni estese, di diatesi emorragica, cicatrici antiestetiche.
Sconsigliabile il trattamento di attesa, con controlli e biopsie periodiche, da valutare solo se il paziente ha serie controindicazioni per il trattamento chirurgico o se non presta il consenso per lo stesso, da effettuare solo su lesioni che presentano un basso rischio di degenerazione maligna., come le ipercheratosi semplici.
Leucoplachia: terapia farmacologica.
Le terapie farmacologiche non sono consigliabili nella pratica clinica comune, in quanto sono poche le remissioni totali mentre sono frequenti le recidive, cioè la ricomparsa delle lesioni, e gli effetti collaterali dati dai farmaci utilizzati. Sono costituite dal peeling chimico con farmaci cheratolitici (acido salicilico) e dai derivati della vitamina A (retinoidi).
Bibliografia
-PATOLOGIA ORALE ORIENTATA PER PROBLEMI: diagnosi differenziale e terapia – Fabrizio Montagna, Giuseppe Ferronato, Franco Martinelli – ANDI
LINEE GUIDA NAZIONALI PER LA PROMOZIONE DELLA SALUTE ORALE E LA PREVENZIONE DELLE PATOLOGIE ORALI IN ETA’ ADULTA – Ministero della Salute- Dicembre 2009.”