Cosa è la pericoronite?

La pericoronite è una malattia che colpisce il tessuto gengivale, il quale si infetta e diventa gonfio. Questa malattia si sviluppa intorno all’ultima e la terza serie di molari, ovvero nei pressi dei così detti denti del giudizio. Questo tipo di ascesso colpisce soprattutto a partire dalla tarda adolescenza, dai vent’anni in su, ovvero da quando il dente del giudizio inizia a fare la sua comparsa.

Questo dente si trova spesso incluso, ovvero viene bloccato quando spinge verso l’esterno durante la sua crescita, il che genera fastidi e dolori ed in certi casi può causare un aggravamento della pericoronite.
Oltre la pericoronite del dente del giudizio, esiste anche quella del 38 e del 48, ovvero dei molari subito vicini al dente del giudizio, che può avere una componente purulenta con la fuoriuscita di pus a seguito di una compressione.

Se trascurata, la pericoronite in gravidanza può condurre anche a conseguenze pericolose, con il rischio che l’infezione si estenda ad altre parti del corpo e addirittura diventi un rischio per la salute del feto. Le donne in gravidanza dovrebbero subito rivolgersi agli esperti, che dovranno cooperare per la cura della malattia. Il medico curante, il ginecologo e l’odontoiatra sapranno indicare il miglior percorso curativo. Il caso della gravidanza è ancor più delicato se si tiene conto del fatto che le donne non potranno assumere tutti i tipi di antibiotici o antidolorifici. Il bambino potrà sopportare solo limitate dosi di antibiotico e con azioni di breve durata che solo il medico può prescrivere. Gli antidolorifici ed altre soluzioni da banco invece sono decisamente da evitare.

Nel caso in cui fosse necessaria una lastra, la donna sarà invitata ad indossare speciali pettorine piombate in modo da proteggere il feto. Anche in caso di estrazione si applicherà una leggera anestesia, che non avrà conseguenze sulla gravidanza.

Clinicamente vengono riconosciute due forme di pericoronite, una acuta ed una cronica. La forma acuta a sua volta ha due forme, una congestiva, legata all’eruzione del dente e che si esaurisce con il completamento della crescita del dente, e quella suppurativa (Mariani et al., 2006; Gelesko et al., 2009). La periconite suppurativa è spesso l’evoluzione della congestiva ed è la forma più severa, che causa forti dolori che si irradiano fino all’orecchio. In questo caso può essere coinvolta nell’infezione anche la lingua, la mandibola e la gola.

La pericoronite cronica è caratterizzata da un leggero dolore e da una infiammazione cronica dei linfonodi. L’evoluzione della pericoronite cronica può associarsi ad altre complicanze e problemi del cavo orale qual’ora vi siano condizioni di igiene non ottimali o problemi di altra natura.

Le cause della pericoronite

I denti del giudizio iniziano a comparire in un’età compresa tra i 17 e i 21 anni. I dentisti identificano questi denti come la terza serie di molari. I denti del giudizio possono necessitare di occupare più spazio di quello disponibile, per cui il dente tende a spingere su quello più vicino, oppure a trovare spazi verso vie laterali, determinando in certi casi un’inclinazione della mascella. Quando il dente si trova in questa condizione viene definito ‘incluso’ e può essere anche indolore.

La pericoronite può presentarsi quando la pressione è tale che la spinta dentale produce infiammazione del lembo di gengiva che ricopre il dente del giudizio ed il resto della gengiva, la quale si gonfia e provoca dolore. Il dolore così come l’infiammazione possono propagarsi ai denti vicini. Nei casi più acuti il dolore può raggiungere l’orecchio che si trova nel lato facciale della pericoronite.
Se non trattata, l’infezione si può diffondere alla gola o al collo. Le infezioni più gravi comportano il ricovero ospedaliero e l’intervento chirurgico.

La spinta del dente del giudizio può altresì innescare, contemporaneamente alla pericoronite, movimenti dei denti che in seguito favoriscono la comparsa della carie e di altre malattie gengivali. In casi rari, i denti inclusi possono determinare l’insorgenza di cisti o altre escrescenze nella mascella.
Nello specifico, la comparsa dell’infezione avviene nel momento in cui i batteri riescono ad entrare nelle aperture gengivali che si creano intorno al dente. La pericoronite si diffonde anche quando parti di cibo rimangono intrappolate sotto i lembi gengivali, favorendo l’azione batterica.

Un’altra causa che può condurre alla pericoronite è la distanza del germe dentario rispetto al luogo di eruzione, il che determina una spinta troppo debole per la crescita dentale. Anche la presenza di microfratture dentali possono facilmente essere prese di mira dai batteri e favorire lo sviluppo di questa malattia.
Altre cause più generali, nonché più rare, sono legate ai fattori costituzionali ed ereditari, oppure disturbi di crescita ed una scorretta nutrizione. In alcuni casi, la pericoronite può perdurare anche dopo l’estrazione di un dente, qualora l’intervento venga eseguito in maniera scorretta.

In che modo il dentista diagnostica la pericoronite?

Per la diagnosi della pericoronite, il dentista inizierà ad esaminare i denti del giudizio per verificarne lo stato della crescita e se questa stia avvenendo correttamente o se vi sono problematiche come infiammazioni o rigonfiamenti. Può ordinare un’ortopanoramica per verificare l’allineamento dei denti e per sviluppare una una prognosi corretta. Una volta preso atto di eventuali sintomi come gonfiore o infezione, verificherà in maniera più accurata le gengive infiammate. Valuterà, anche con delle pressioni, la presenza, la diffusione e la quantità di dolore.

Il dentista, attraverso domande specifiche, verificherà se sentite sapore di metallo in bocca, dovuto al sangue e dal pus che fuoriesce dall’infezione. Con buona probabilità, chi è affetto da pericoronite avrà l’alito cattivo.
Il medico inoltre cercherà di capire se esistono difficoltà a deglutire e ad aprire la bocca. In questo caso l’infezione si è estesa dalle gengive ai muscoli circostanti.

La febbre, anche leggera, è un sintomo molto diffuso durante l’infiammazione gengivale.
Tra i sintomi di cui si accerterà il dottore è la presenza o meno del mal di testa, particolarmente diffuso in questi casi.

Cura per la pericoronite

Nel caso in cui la pericoronite sia limitata al dente, senza che il dolore ed il gonfiore si siano diffusi, si può trattare risciacquando la bocca con un composto di acqua salata tiepida, 1/2 cucchiaino di sale in 250 ml di acqua. Occorre liberare le gengive da residui di cibo intrappolato sotto di essa concentrando li il risciacquo, che contribuirà a ridurre la carica batterica ma non necessariamente a guarire dall’infezione. La procedura di risciacquo va fatta per 30 secondi per 4 o 5 volte al giorno. In alternativa alla soluzione salina, nelle farmacie è in vendita un apposito gel da spalmare sulle gengive 4 o 5 volte al giorno. Se il dolore aumenta si possono prendere gli antidolorifici in attesa di recarsi dal medico. In alternativa si può applicare del ghiaccio alla gengiva in modo da intorpidire le terminazioni nervose e ridurre quindi il dolore.

Qualora sia il dente che la mascella siano gonfie e doloranti, è d’obbligo rivolgersi subito al proprio dentista. Solo lui può prescrivere gli antibiotici adatti per il trattamento dell’infezione, come ad esempio la penicillina.
Qualora il dolore sia forte, si possono assumere antidolorifici come il Naprossene, l’Aspirina, il Ketoprofene o l’Ibuprofene, ovvero quei farmaci non steroidei. Rivolgersi sempre al dentista o al medico per la prescrizione di un farmaco antidolorifico.

Quando il dolore è insopportabile e l’infiammazione è particolarmente grave e la pericoronite non guarisce, può essere necessario ricorrere alla chirurgia orale per eliminare il lembo gengivale o per estrarre definitivamente il dente del giudizio.
In questo caso l’infezione sarà arrivata fino alla radice. Mediamente, l’estrazione impegnerà il dentista per una mezz’ora circa di intervento.

Prima di rimuovere il dente, il dentista discuterà assieme al paziente la procedura ed il tipo di anestesia o sedativi da utilizzare. Il paziente non dovrà mangiare per almeno sei ore prima dell’estrazione. Dopo aver preso farmaci, è bene rispettare i loro tempi di azione: mai mettersi alla guida dopo aver assunto anestetici o altri medicinali che inducono sonnolenza.

Dopo l’intervento chirurgico si possono presentare gonfiori alle guance o alla mascella. Si avrà difficoltà nella masticazione e si dovrà rinunciare ad alcuni alimenti per qualche giorno, nell’attesa che la ferita guarisca. Seguire sempre le istruzioni del dentista o del chirurgo, che indicheranno il miglior percorso per un pronto recupero. Le complicanze post-intervento sono abbastanza rare, ma non si possono escludere.

Nei casi più complessi, occorre incaricare uno specialista chirurgo orale e maxillo-facciale, quando le infezioni hanno esteso il loro raggio d’azione. In questo caso, l’operazione di estrazione potrebbe essere molto più complessa, richiedere incisioni più profonde e l’intervento diretto sulla mascella.
Nei casi meno gravi, un laser a basse emissioni potrà essere utilizzato per ridimensionare il dolore e l’infiammazione associata.

É buona norma seguire sempre una corretta igiene orale.
Occorre lavare i denti dopo ogni pasto, anche dopo eventuali spuntini, e comunque non meno di tre volte al giorno. Lo spazzolino deve avere setole artificiali medie ed una testa piccola, in modo da arrivare agevolmente anche nei punti più difficili. É da evitare lo spazzolino con setole rigide. L’ideale è l’utilizzo dello spazzolino elettrico, ma nel caso di cura dalla pericoronite occorre evitare l’utilizzo dell’idropulsore fino a completa guarigione.

Spazzolare bene sia la parte interna che esterna dei denti, posizionando lo spazzolino a 45° gradi tra denti e gengiva.
Il filo interdentale migliora notevolmente l’igiene orale e andrebbe utilizzato la sera, prima dell’ultimo lavaggio, per una pulizia tra dente e dente più efficace.

É consigliabile eseguire un risciacquo utilizzando un collutorio alla clorexidina per 30 secondi dopo lo spazzolamento, risciacquando con acqua dopo l’uso.
Se si vuole utilizzare dei rimedi naturali, si può eseguire una buona disinfezione eseguendo dei risciacqui con acqua e bicarbonato di sodio oltre che con acqua e sale.
Per ciò che riguarda i cibi da mangiare durante la cura della pericoronite, è consigliato seguire una dieta morbida, composta da alimenti non troppo duri ma soffici come frullati, minestre e zuppe tiepide, carne macinata, budini, omogeneizzati, pesce bollito e così via. Gli alimenti non devono essere troppo caldi o troppo freddi.
É molto importane assumere molti liquidi come succhi di frutta poco zuccherati ed acqua.

É assolutamente vietato assumere alcolici o utilizzare sigarette e tabacco durante la pericoronite o dopo l’intervento di estrazione. Il fumo e l’alcool aumentano gravemente il rischio di infezione del cavo orale e della gola ed andrebbero eliminati completamente. In ogni caso occorre astenersi per almeno 7 o 10 giorni. Anche gli amanti del chewingum o delle caramelle gommose dovranno astenersi dal sollecitare le parti coinvolte nell’infiammazione per i tutto il periodo della guarigione e per almeno 3 giorni dopo l’estrazione.”