Un corpo in salute e in posizione eretta ha come obiettivo la ricerca dell’equilibrio, ottenuto con il minimo impegno muscolare e in assenza di dolore. In ognuno di noi anche una minima variazione di equilibrio si può tradurre in variazioni dell’intensità della forza e delle capacità di coordinazione, oltre a provocare l’insorgere di uno stato di tensioni muscolari che si ripercuotono negativamente sull’intero corpo, diminuendone le potenzialità atletiche globali.

Il sistema motorio dell’uomo è organizzato per contrastare due forze: quella di gravità e quella centrifuga. La postura, cioè la posizione che il corpo assume per contrastare tali forze, richiede un costante adattamento. La postura è condizionata dalla testa e dai muscoli della masticazione e del collo che sono in stretta relazione tra loro e interagiscono direttamente con la muscolatura delle spalle.

Ecco perché un’interferenza dell’occlusione dentale è in grado di compromettere la postura determinando disequilibrio muscolare e minor rendimento. La branca dell’odontoiatria che studia e cura, sotto tutti gli aspetti anatomico-funzionali, l’apparato masticatorio è la gnatologia: si occupa proprio di studiare e ripristinare il corretto equilibrio tra questi distretti risolvendo la sintomatologia che ne deriva. L’obiettivo è l’individuazione del corretto rapporto cranio-mandibolare, il suo mantenimento e il suo ripristino.

Fisiologicamente il movimento della mandibola avviene in maniera libera, isotonica, senza andare così ad affaticare le strutture ad essa annesse, nei casi di malocclusione e/o di disturbi dell’articolazione temporo-mandibolare però questo movimento non è più isotonico con frequenti disturbi alla fonazione, all’udito e alla postura.

Una visita gnatologica può mettere in luce la presenza di malocclusioni, disordini dell’articolazione temporo-mandibolare o cranio-cervico-mandibolari, i test a disposizione degli gnatologi sono molteplici. Quando i denti sono in posizione di riposo fisiologico, i muscoli del core (collo, testa, torace e addome) sono rilassati, consentendo a tutti gli altri muscoli di funzionare a un livello superiore (aumentando la prestazione e diminuendone l’affaticamento).

Quando la mandibola è rilassata e scende leggermente in avanti, amplia le vie respiratorie. L’aumentato ingresso di ossigeno consente di liberare (sciogliere) i muscoli coinvolti nello sforzo fisico, compresi quelli della schiena e addome, per il reclutamento. Ecco che il bite diventa lo strumento in grado di migliorare in maniera assolutamente naturale le prestazioni degli atleti, proprio perché con l’ottimizzazione dei rapporti posturali si ottengono molteplici benefici tra i quali un minor consumo di energia e una migliore espressione della forza fisica e mentale.

Cos’è il bite?

 

Il bite è un apparecchio mobile trasparente, realizzato su misura e sotto prescrizione dell’odontoiatra, in base alle impronte dei denti di ogni paziente. È capace di contrastare i problemi di una scorretta occlusione delle arcate dentarie, dovuti ad esempio a un’errata otturazione di una carie, o a una crescita difficoltosa dei denti del giudizio, fino a patologie più serie che possono comportare uno spostamento della mandibola dalla sua posizione naturale e quindi sintomi quali mal di schiena, mal di testa e dolori cervicali. Se i denti non sono allineati, infatti, ne risente l’intera postura del corpo.

Il bite, una volta collocato nella bocca, è in grado di portare la mandibola nella posizione corretta. Permette di non digrignare o serrare i denti durante la notte, corregge la postura e può risolvere cefalee e dolori al rachide. Il bite, nei casi di bruxismo notturno, ha un triplice effetto:

  • protegge lo smalto dai traumi da sfregamento e serramento dei denti,
  • ristabilisce il corretto allineamento delle due arcate dentali
  • elimina le tensioni muscolari a livello della mandibola e del collo.

Pratico da usare, lavabile in acqua fredda con un semplice spazzolino da denti e del dentifricio, si conserva in un’apposita custodia. Si mette solitamente prima di andare a letto ma può essere usato anche in tutte le occasioni in cui avviene il digrignamento dei denti, ad esempio alla guida o mentre si fa sport, e il periodo temporale di utilizzo è variabile secondo i casi, così come il costo.

Un bite morbido induce un riequilibrio e un rilassamento dei muscoli masticatori, ed è indicato in patologie prettamente muscolo-tensive. Questo tipo di placca è definito comunemente bite-plane e il suo obiettivo principale è la deprogrammazione dei muscoli masticatori, col conseguente rilassamento muscolare. Un bite duro, invece, è indicato nell’intercettazione e nella correzione di abitudini viziate e parafunzioni, come tenere i denti serrati o mordersi le labbra. Questo tipo di bite risulta spesso utile ad alleviare i dolori e gli attacchi algici da nevralgia del trigemino.

 

I bite che ridefiniscono una nuova occlusione sono definiti ortotici. Si tratta di bite funzionali che ridefiniscono la chiusura dentale, permettendo di verificare nel tempo l’efficacia fisiologica. La valenza del bite ortotico è quindi doppia: è in grado di fornire una nuova stabilità, riequilibrio muscolare e funzionalità temporo-mandibolare, favorendo masticazione, deglutizione e riallineamento posturale e in più consente la verifica della posizione scelta ai fini di eventuali terapie definitive future.

Bite: utilizzi specifici

Il mondo dello sport ha scoperto il bite per migliorare in maniera assolutamente naturale le prestazioni degli atleti, poiché con l’ottimizzazione dei rapporti posturali si ottengono molteplici benefici, tra i quali un minor consumo di energia e una migliore espressione della forza fisica e mentale.

Nei bambini invece, anche se il bruxismo è molto frequente, non è consigliabile l’utilizzo di bite. Durante il periodo della dentizione mista il digrignamento è spesso assiduo e rumoroso, ma può essere legato all’occlusione ancora instabile o a tensioni emotive della fase di crescita. Durante l’ortodonzia, invece, il bite può correggere la crescita alterata dei mascellari.

Dopo l’ortodonzia può ancora essere utile per stabilizzare i risultati ottenuti. Per concludere Il bite può essere quindi uno strumento utilissimo per evitare l’usura, danni al parodonto e per la ricerca di un’occlusione che metta in buon rapporto il mascellare superiore con la mandibola.

Costruito con resine acriliche trasparenti o con materiali termoformati, il bite viene utilizzato per le problematiche dentali innanzitutto, ma anche per problemi posturali legati al rapporto tra cranio, colonna vertebrale e arti superiori e inferiori. È un dispositivo fondamentale per la ricerca di quegli equilibri per cui un individuo possa essere bilanciato, stabile, riposato, rilassato e quindi forte fisicamente.

L’importante è, sempre, affidarsi ad un esperto ed evitare il “fai da te”.