Il curettage gengivale e la levigatura delle radici è una tecnica che permettere di rimuovere meccanicamente il tartaro sottogengivale, nelle tasche parodontali con profondità maggiore a 2,5 millimetri, grazie all’utilizzo delle curette, strumenti chirurgici manuali con diverse inclinazioni della parte tagliente, che permettono di asportare il tartaro, i detriti  duri e molli e levigare la superficie radicolare, permettendo così il riattacco del legamento parodontale e l’eliminazione dell’epitelio della tasca parodontale, nocivo in quanto non permette al legamento parodontale di aderire alla radice dentale.

Curettage gengivale: cos’è?

Prima di parlare del curettage gengivale è necessario spiegare cos’è il parodonto e cosa si intende per tasca parodontale.

Tessuto di sostegno del dente ed è composto da 4 elementi, ognuno fondamentale per l’apparato stesso: il dente, l’osso alveolare, la gengiva ed il legamento parodontale.  Il legamento parodontale, oltre a contribuire alla funzione di sostegno del dente,  ha funzione trofica, cioè di nutrimento e propriocettiva, cioè capacità sensoriale tattile.

E’ fisiologica la presenza di uno spazio, chiamato solco parodontale, tra il dente, la gengiva e l’osso alveolare, rivestito da epitelio: esso ha profondità variabile tra  0,5 millimetri e 2,5 millimetri, valutabile tramite sondaggio parodontale con sonda parodontale millimetrata. Quando il sondaggio è di 3 millimetri spesso si ha la presenza di una pseudo tasca, data da gengivite e ipertrofia gengivale, superati i 3 millimetri, invece, si inizia a parlare di tasca parodontale e malattia parodontale.

La tasca favorisce l’accumulo di tartaro e residui molli, causa di infiammazione e infezione tissutale con successiva distruzione del legamento parodontale, perdita di tessuto osseo, recessione gengivale e nel tempo mobilità e perdita degli elementi dentari.   A causa dell’impedimento del paziente a mantenere la pulizia idonea è necessario l’ausilio di terapie specifiche che gli permettano di mantenere l’igiene orale domiciliare e, nel caso di tasche parodontali ed ossee profonde, a modificare queste strutture e ridurre la profondità della tasca stessa.

In base alla profondità della tasca si divide in: curettage gengivale a cielo coperto e curettage gengivale a cielo aperto. Come ausilio è previsto anche il curettage con laser, spesso in combinazione con la rimozione meccanica con le curette, come previsto dai più moderni protocolli terapeutici.

Il curettage delle tasche gengivali, previo sondaggio parodontale e valutazione dello stato parodontale di tutta la bocca, viene effettuato per zone, quindi si parla di curettage gengivale per quadrante della cavità orale, ad esempio curettage del terzo quadrante, sestante o, nell’ottica di una chirurgia parodontale minimamente invasiva, solo nell’area affetta da tasca parodontale.

Curettage a cielo chiuso o curettage a cielo coperto

Il curettage a cielo coperto o curettage a cielo chiuso è previsto per tasche con profondità al sondaggio compresa tra 2,5 millimetri e 4,5 millimetri. Per il curettage dei denti e la rimozione dei depositi duri e molli sottogengivali vengono adoperati strumenti meccanici, curette, sonici ed ultrasonici e curettage laser. Inoltre, viene  di solito effettuata l’anestesia locale a causa della profondità del curettage e levigatura delle radici. Spesso viene utilizzato come coadiuvante la terapia antisettica, con l’uso di colluttori alla clorexidina e gel parodontali da applicare in situ, e antimicrobica con uso domiciliare da parte del paziente. Vengono utilizzati come sostegno per la terapia manuale nel curettage per quadrante e il curettage delle tasche parodontali vari sono i regimi terapeutici, monoterapici o in associazione, proposti in letteratura nelle diverse situazioni cliniche: tetracicline, metronidazolo, ciprofloxacina, amoxicillina con acido clavulanico e clindamicina.

I risultati che si attendono dal curettage e levigatura radicolare includono la riduzione del sanguinamento, la riduzione della profondità del sondaggio con sonda parodontale millimetrata e un guadagno clinico di attacco.

I possibili effetti secondari avversi dall’uso delle curette sono una batteriemia transitoria con leggera infiammazione dei tessuti e ipersensibilità dentale. Nuovi protocolli prevedono l’utilizzo alternato di curettage meccanico e curettage gengivale laser.

Per il curettage in odontoiatria di tasche parodontali con profondità al sondaggio maggiore di 5 millimetri è necessario l’ausilio della chirurgia parodontale e quindi del curettage dentale a cielo aperto.  Attualmente sono previsti protocolli terapeutici che minimizzano l’approccio chirurgico, ma in ogni caso è prevista, previa anestesia locale, l’incisione tramite bisturi a lama fredda, scollamento di un lembo con esposizione delle radici affette dalla parodontite, seguita dalla  levigatura e curettage a cielo aperto con curettage a quadrante o sestante, cioè il chirurgo “vede” le radici e cioè permette una pulizia ottimale delle superfici. Le diverse tecniche chirurgiche vengono selezionate in base alla capacità di ridurre le tasche profonde e correggere ciò che favorisce l’accumulo di placca batterica, come alterazioni dell’architettura gengivale (chirurgia muco-gengivale), alterazioni dell’architettura ossea (chirurgia parodontale ossea resettiva o rigenerativa) con coinvolgimento o meno delle forcazioni nei denti pluriradicolati, causa di un aumento del rischio di perdita dell’elemento compromesso. Spesso è prevista la chirurgia muco gengivale per ricoprire le recessioni gengivale, causa sia di ipersensibilità dentale e di inestetismi del sorriso, soprattutto in regione frontale.

L’obiettivo primario della terapia chirurgica è quello di facilitare l’igiene orale domiciliare correggendo ed instaurando una corretta morfologia ossea, gengivale e dentale con guadagno clinico di attacco gengivale e riduzione di profondità al sondaggio mediante sonda parodontale millimetrata.

Curettage gengivale: quando è necessario? Quando farlo?

Come accennato prima, il curettage e scaling radicolare è necessario ogni qualvolta siamo in presenza di malattia parodontale e tasche parodontali con profondità superiore ai 3,5 millimetri, vista l’impossibilità meccanica del paziente di ripulirle dai residui duri e molli. Il curettage classica per quadrante si deve effettuare dopo un’accurata seduta di igiene professionale con ultrasuoni, magari a più tappe.  Sarà poi cura del paziente seguire le indicazioni del medico odontoiatra per mantenere pulita la cavità orale, con maggior attenzione per queste zone critiche.

Curettage gengivale. Fa male? Quali sono i rischi?

Il curettage odontoiatrico essendo un trattamento invasivo e chirurgico deve essere effettuato solo dal medico odontoiatra, con l’ausilio dell’igienista dentale nelle fasi di pulizia e curettage a cielo coperto. Difatti è previsto l’utilizzo di anestesia locale e di incisioni con bisturi con tutte le controindicazioni annesse ad un intervento chirurgico, anche se limitato a piccole zone della cavità orale.

Bisogna prestare particolare attenzione a non esagerare con le sedute di levigatura radicolare, onde causare eccessiva sensibilità dentale e aggredire troppo le radici rimuovendo cemento dentale, oltre a tartaro e placca.

Sarà compito del medico odontoiatra valutare le tecniche chirurgiche da eseguire e i richiami di curettage e scaling a cielo coperto.

Curettage gengivale: costo

Essendo un trattamento molto più completo e complesso, che prevede diverse tappe, per il curettage e scaling i sono superiori rispetto alla classica ablazione dentale con ultrasuoni, effettuabile anche dall’igienista dentale.

I prezzi del curettage a cielo aperto, vista l’esecuzione di interventi più complessi, è superiore al curettage a cielo coperto, fermo restando che ogni medico odontoiatra decide il proprio onorario in base al tipo di intervento eseguito e ai materiali adoperati. Nei casi di chirurgia plastica della mucosa spesso è previsto l’utilizzo di membrane o innesti epiteliali da altre sedi del cavo orale, ciò aumenta notevolmente la difficoltà dell’intervento con i relativi costi.

Fonti:

Linee guida SIdP – Società Italiana di Parodontologia