L’amalgama dentale è un dispositivo medico da sempre usato come materiale per i restauri dentali ed è un prodotto ottenuto dalla combinazione di mercurio (50% circa del contenuto totale), argento (22-32%), stagno (11-14%), rame (6-9%), zinco (2%).

La prima amalgama dentaria si deve al dentista francese Auguste Traveau nel 1816. Nel 1844 il 50% dei restauri dentali effettuati a New York erano in amalgama. La reazione di amalgamazione si crea con la vibrazione violenta dei metalli sopra elencati racchiusi in una capsula ermetica. Per moltissimo tempo le associazioni odontoiatriche pur ritenendo tossico il mercurio, hanno ritenuto che l’amalgama fosse un materiale inerte e stabile nel tempo.

A partire degli anni 70 sono state eseguite ricerche sul rilascio di mercurio dall’otturazione in amalgama e oggi è dimostrato che l’emissione di fumi di mercurio è continua e costante nel tempo! Sappiamo inoltre che la masticazione, l’ingestione di cibi e bevande calde, lo spazzolamento, il fumo, e la lucidatura delle otturazioni effettuate dall’odontoiatra sono in grado di aumentare la dispersione di mercurio nel cavo orale che viene inalato e non ingerito come si potrebbe credere.
La sua produzione e la vendita sono disciplinate in Europa dalla direttiva 93/42Ce. Ogni prodotto per essere immesso sul mercato deve ottenere, e riportare sulla confezione, la marcatura CE che ne comprova la sicurezza per l’utilizzatore finale: il paziente.

L’uso di tale materiale in Italia è ancora molto diffuso, e ancora molto si discute sull’effettiva tossicità e sugli effetti che tale uso comporta.
Gli unici rischi certi e documentati in letteratura possono insorgere durante la rimozione delle otturazioni in amalgama, per via dei vapori sprigionati dal calore sviluppato dagli strumenti rotanti utilizzati. Rischi che i dentisti possono annullare seguendo i protocolli operativi indicati dalla comunità scientifica.
I rischi per operatori sanitari e pazienti e sono legati in massima parte alla possibile inalazione e ingestione di mercurio durante l’esecuzione di restauri o la loro rimozione. Durante queste manovre, il paziente può efficacemente essere protetto da una barriera di gomma, la diga, che isola i denti dal resto della bocca. E’ dimostrato, comunque, che il mercurio una volta legato agli altri metalli è stabile e si libera nel cavo orale dalle otturazioni in quantità assolutamente trascurabili per la salute.


La popolazione europea assume giornalmente con gli alimenti circa 5-10 microgrammi di mercurio, mentre fino a 5 possono essere quelli liberati dalle otturazioni. La somma dei due valori è di gran lunga inferiore al valore accertato dall’O.M.S. come quotidianamente tollerabile, pari a 30-40 microgrammi/giorno.

Studi scientifici molto accreditati hanno dimostrato che i pazienti portatori di numerosi restauri in amalgama non presentano un tasso di mercurio più elevato, né nel sangue né nelle urine, rispetto ai pazienti che non hanno restauri in amalgama.

E’ importante considerare che gli abitanti di isole o zone costiere (Giappone, Svezia, ecc.) con o senza otturazioni in amalgama presentano, a causa del frequente consumo di pesce, livelli di mercurio nel sangue e nelle urine decisamente più elevati degli abitanti delle zone continentali.

Un’otturazione in amalgama contiene mediamente 440 mg di Mercurio e può rilasciare ogni giorno parte di questo mercurio per fenomeni di abrasione (durante la masticazione), corrosione e disgregazione elettrolitica all’interno della cavità orale. I sali dei cibi, le acque gassate, gli acidi alimentari incrementano ulteriormente la disgregazione delle amalgame. Il mercurio rilasciato parzialmente si deposita nei tessuti cellulari oppure viene eliminato attraverso le urine e le feci che inevitabilmente andranno ad inquinare l’ambiente.
Il mercurio può essere posto in relazione a tossicità cellulare, neurotossicità con conseguenti malattie neurodegenerative, immunotossicità, danni a carico del sistema endocrino, rischi relativi alla fertilità e allo sviluppo embrionale. Tutte le parti coinvolte nel dibattito sull’eventuale tossicità dell’amalgama concordano sul punto che non ci si possa assolutamente aspettare che la presenza di amalgami dentali nei denti vada a causare il quadro d’intossicazione acuta da mercurio classico (come per esempio quello dei minatori esposti professionalmente). I meccanismi ipotizzabili di un’eventuale azione nociva delle dosi di mercurio rilasciate dalle amalgame dentali sono i seguenti:

  • allergologici;
  • sensibilizzazione immunitaria;
  • immunotossicologici;
  • elettrogalvanici (data la facilità con cui l’amalgama instaura potenziali elettrici quando ci sono nella bocca altri metalli);
  •  la metilazione che avviene nel tempo del mercurio elementare in mercurio metilato, che comporta un aumentato rischio di tossicità;
  • può determinare l’insorgenza di reazioni lichenoidi su mucose limitrofe. In alcuni casi causa il cosiddetto “tatuaggio d’amalgama”, cioè un alone grigio-bluastro nella gengiva;
  • È un materiale rigido che spesso causa incrinature nella struttura dentale (sindrome del dente incrinato);
  • a causa del suo colore metallico scuro e dell’ossidazione a cui va incontro nel tempo, produce un alone scuro visibile attraverso lo smalto del dente.

Si è già detto come la coesistenza di restauri in leghe differenti all’interno del cavo orale può dare luogo a fenomeni elettrogalvanici con corrosione a cella galvanica degli stessi manufatti e possibili sensazioni di tipo elettrico a carico della mucosa orale circostante, oltre che una sensazione di gusto metallico.

Un recentissimo studio scientifico randomizzato, della durata di 7 anni, ha tuttavia descritto come la presenza di mercurio in soggetti portatori di restauri in amalgama non è differente in modo significativo da quanto rilevato in soggetti privi di restauri in amalgama.
L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), la Food and Drug Administration USA, l’ADA (American Dental Association),la FDI (Federation Dentaire Internationale) e altre istituzioni internazionali hanno ribadito che non esiste per i pazienti portatori di restauri in amalgama d’argento alcun rischio per la salute propria e dei nascituri, che i livelli ematici e urinari di mercurio di coloro che si cibano con frequenza di pesce sono molto più elevati rispetto alle persone che hanno in bocca numerosi restauri in amalgama e che non vi è ragione, per motivi di salute, di sostituire restauri in amalgama ancora efficienti con restauri in materiali alternativi.
Questo articolo vuole essere solo un ausilio per tutti quei pazienti che ritengono l’amalgama un prodotto nocivo per la salute e che pertanto vorrebbero avere dei consigli su come rimuoverle senza dover necessariamente respirare ed ingerire polveri di mercurio.

Anch’io sono d’accordo sulla tossicità delle otturazioni in amalgama e sulla necessità di doverle rimuovere e ritengo assurdo, nonostante l’enorme quantità d’informazione veicolate, che ci siano ancor oggi dei colleghi che sistematicamente ne facciano ancora uso.

La migliore otturazione è quella che non è mai stata eseguita e che la più efficace terapia è la prevenzione.