La malocclusione è un’errata chiusura delle arcate dentarie, in cui i normali rapporti trasversali (destra e sinistra), sagittali (avanti e indietro) e verticali (riguardanti l’altezza facciale) risultano alterati. Quindi le arcate dentarie non “ingranano” correttamente, alterando le corrette funzioni masticatorie e fonetiche.

Classificazione della malocclusione: le classi di Angle

Il merito di avere una classificazione riconosciuta da tutti lo si deve a Edward H. Angle, che nei primi anni del ‘900 propose la classificazione che riporta il suo nome.

Per Angle la chiave dell’occlusione è rappresentata dai rapporti sagittali (avanti e indietro) tra i primi molari superiore ed inferiore e dai rapporti tra il canino superiore ed il canino e il premolare inferiori. In questa classificazione le chiavi molari e canine servono ad individuare alterazioni di posizioni sia dei soli denti, che delle sole basi ossee, oppure alterazioni a carico di entrambi.

Si è in presenza di una prima classe dentale quando la cuspide del primo molare superiore va a chiudere al centro del primo molare inferiore, che per l’appunto si trova in avanti “di mezzo dente”.

Il canino superiore va occludere nel mezzo del canino inferiore e del premolare inferiore.

Nella prima classe scheletrica vi è un corretto rapporto tra le basi ossee, quindi tra la mandibola e il mascellare superiore, il profilo risulta per lo più armonico.

Anche in presenza di una prima classe dentale e scheletrica però non per forza si avrà una corretta chiusura dei denti, spesso si è in presenza di malocclusioni di prima classe quando vi sono affollamenti dentali, respirazione orale, morso aperto o coperto, morso crociato laterale, tutte malocclusioni che analizzeremo più avanti, quando parleremo anche di trasversali (destra e sinistra) e verticali (riguardanti l’altezza facciale).

Nella malocclusione di seconda classe, invece, il primo molare superiore occlude più avanti rispetto al primo molare inferiore, che risulta “indietro”, e il canino superiore occlude più avanti rispetto al canino, non più tra canino e premolare.
L’intera arcata dentale superiore risulta quindi più avanzata rispetto a quella inferiore.

La seconda classe dentale viene altresì suddivisa in prima e seconda divisione.

La seconda divisione è caratterizzata dal fatto che gli incisivi dell’arcata superiore sono sporgenti rispetto a quelli dell’arcata inferiore. La quantità in termini di millimetri di questa sporgenza dell’arcata superiore rispetto all’arcata inferiore in visione laterale, e quindi di profilo, si chiama Overjet.

Nella seconda classe seconda divisione invece, gli incisivi centrali superiori risultano inclinati all’interno, verso i denti dell’arcata inferiore, mentre gli incisivi laterali tendono a essere sporgenti verso l’esterno.

In questo tipo di malocclusione vi è la quasi assenza di Overjet (la norma è 2,5 millimetri ± 1,5) e si è in presenza di un morso profondo.

La malocclusione di seconda classe scheletrica è dovuta o ad un’eccessiva protrusione dell’arcata superiore, quindi saremo in presenza di una arcata superiore sporgente, o ad una mandibola troppo retrusa, cioè in posizione arretrata rispetto al mascellare superiore.

Infine, la malocclusione di terza classe dentale insorge quando il primo molare superiore occlude dopo il solco distale del primo molare inferiore, cioè il molare inferiore si trova “davanti di quasi un dente” rispetto all’antagonista. Si ha la presenza di morso inverso anteriore e spesso cross-bite laterali.

Nella terza classe scheletrica si ha protrusione mandibola, cioè vi è la mandibola in avanti, con la presenza di morso inverso, i denti dell’arcata inferiore vanno oltre quelli dell’arcata superiore, mentre fisiologicamente i denti superiori devono stare sempre davanti agli inferiori. E’ spesso dovuta a fattori ereditari o fattori ambientali come respirazione orale, vegetazioni adenoidee o postura bassa della lingua.

Quali sono i vari tipi di malocclusione dentali? Morso crociato o inverso, profondo, e aperto.

Nella precedente classificazione ci siamo soffermati sul piano sagittale, ovvero guardando i denti e le basi ossee di profilo.
Tuttavia i denti possono avere anomalie di posizione in tutti e tre i piani dello spazio.

Normalmente i denti dell’arcata superiore occludono “coprendo” i denti dell’arcata inferiore, nel morso crociato o inverso o cross-bite si ha la tendenza inversa.

Può essere anteriore quando si è in presenza di masticazione inversa, mento pronunciato e profilo appiattito, condizione associata alla malocclusione di terza classe, dentale e/o scheletrica.

Invece quando si manifesta morso crociato laterale, mono o bilaterale, il danno è funzionale, in quanto la mandibola risulta molto limitata nelle sue fisiologiche escursioni in lateralità durante i normali atti come la masticazione.

Può essere dovuto ad un insufficiente sviluppo del mascellare superiore in senso trasversale (destra-sinistra), si nota il “palato stretto” e il paziente spesso è un respiratore orale.

Sul piano verticale invece, si valuta l’altezza della porzione di viso che va dalla punta del naso alla punta del mento.
In un soggetto con un viso armonico, questa distanza dovrebbe essere approssimativamente pari ad ⅓ dell’altezza totale del viso.
Nei soggetti con una distanza naso/mento ridotta si avrà la tendenza al morso profondo.
Viceversa nei soggetti con viso allungato questa distanza sarà aumentata e presenteranno più spesso una tendenza al morso aperto.

Il morso profondo, detto anche morso coperto o deep-bite, è caratterizzato da un marcato overbite, ovvero gli incisivi superiori “coprono” troppo gli incisivi inferiori (la norma è 2,5 millimetri ± 1,5), addirittura nei casi più gravi gli incisivi inferiori “spariscono” dietro ai superiori.

E’ presente nel tipo facciale brachi o short-face, caratterizzato da un’altezza ridotta, oppure può essere dato da un’eccessiva inclinazione verso il palato degli incisivi superiori, come nella seconda classe dentale, seconda divisione.

Al contrario del morso profondo nel morso aperto o open-bite i denti dell’arcata superiore non contattano con i denti dell’arcata inferiore, può essere anteriore o laterale quando interessa i premolari.

È presente nei soggetti dolico o long-face, dove l’altezza facciale è aumentata e vi è la tendenza a non chiudere i denti anteriori, oppure può essere causato da abitudini viziate come l’interposizione linguale in deglutizione o la persistenza oltre i 2 anni dell’uso di ciucci o del succhiamento del dito.

Il morso aperto nell’adulto è molto difficile da correggere, spesso si deve ricorrere alla chirurgia maxillofacciale.

Le cause della malocclusione

Sono multifattoriali, cioè prevedono un insieme di fattori che contribuiscono in maniera sinergica a provocare il problema. Si ha spesso una componente ereditaria, soprattutto per le caratteristiche scheletriche facciali, ma i fattori ambientali: abitudini viziate (succhiamento del dito o uso del ciuccio oltre i 2 anni d’età, respirazione orale, interposizione della lingua durante la deglutizione, uso prolungato del biberon), o altre patologie (bruxismo, traumi, perdita di denti con alterazione della funzione masticatoria, tumori, etc.) sono i maggiori responsabili del problema.

Quali sono i sintomi della malocclusione?

La malocclusione può dare diversi sintomi, alcuni limitati al distretto orale o facciale altri possono possono meno frequentemente arrivare a coinvolgere la colonna vertebrale.

Vediamo quali sono i principali:

  • Difficoltà alla normale funzione masticatoria e fonetica;
  • Aumento del rischio di carie, parodontopatie e alterazioni a carico dell’articolazione temporomandibolare con rari ma possibili sintomi riferiti all’orecchio quali: acufeni, vertigini o otalgie;
  • Asimmetria del viso;
  • Tendenza alla respirazione orale;
  • Cefalee da tensione muscolare.

Malocclusione e Postura

Questo è certamente un campo molto controverso, consoderando l’ancora dubbia correlazione tra l’occlusione e la postura grazie alle “catene cinematiche” ovvero ai vari fasci muscolari che collegano i vari distretti. Di sicuro però alcune malocclusioni portano il paziente ad assumere posture occlusali errate e possono scatenare il digrignamento o il serramento notturno, fenomeni entrambi collegati alle cefalee muscolo tensiva in regione temporale o frontale.

Una scorretta chiusura può portare ad una disfunzione cranio cervico mandibolare con le seguenti manifestazioni: incoordinazione condilo meniscale all’articolazione temporomandibolare, presenza di click, rumori articolari o anche blocchi in apertura o in chiusura della mandibola, dolore articolare, mal di testa, acufeni, scorretta postura della colonna vertebrale, etc.

Pertanto al fine di scongiurare tale evenienza è importante cercare di correggere il problema.

Malocclusione: conseguenze

Non avere una corretta chiusura dei denti, come detto prima, può portare a diversi problemi, come già accennati.
Nel morso profondo la chiusura è molto serrata, i movimenti di lateralità durante la masticazione sono limitati, necessita di uno sblocco onde evitare problemi articolari o eccessivo traumatismo agli elementi dentari. La muscolatura masticatoria spesso si presenta ipertonica.

In presenza di morso aperto il danno non è solo funzionale ma anche estetico, in base all’entità dell’apertura anteriore, spesso è associato ad una contrattura dell’arcata superiore con relativo morso crociato. Si hanno problemi fonetici e la tendenza ad interporre la lingua durante la deglutizione che accentua il problema e ne complica la risoluzione.

Il Morso crociato o inverso è indice di un iposviluppo dell’arcata superiore, spesso presente nei respiratori orali o nei soggetti di terza classe scheletrica. Si ha una limitazione della funzione masticatoria e danno estetico, soprattutto nell’anteriore.

La terapia e i rimedi della malocclusione. Qual è l’età giusta per intervenire?

Di seguito elencheremo le terapie sceltre più frequentemente dagli ortodontisti in base alle specifiche tipologie di malocclusioni.

Per la correzione dell’affollamento dentale è necessario un trattamento ortodontico fisso ed in base all’entità dello stesso si deve ricorrere ad estrazioni dentarie, spesso dei primi premolari, superiori ed inferiori, o un incisivo inferiore se l’affollamento è limitato al settore anteriore.

Da non escludere l’estrazione degli ottavi o denti del giudizio che spesso presentano un’eruzione difficoltosa o limitano i movimenti dei denti.

Per la migliore cura del morso profondo è necessaria una terapia precoce, che agirà non solo a livello dentale ma anche scheletrico, favorendo la crescita facciale, cosa ottenibile nei bambini, prima dello sviluppo puberale.

Per la terapia del morso profondo nei bambini si prevede spesso l’uso di apparecchi mobili che fungono da “attivatore funzionale”, in modo da promuovere l’avanzamento mandibolare e lo sblocco del morso, mentre per la correzione del morso profondo nell’adulto si utilizza il canonico apparecchio fisso, ottenendo però solo uno sblocco dentale e non una crescita scheletrica.

Invece, è molto complicata la correzione del morso aperto, perché spesso è causato non solo da un’abitudine viziata, correggibile con i dovuti mezzi terapeutici, ma da un’altezza facciale esagerata.

In presenza di problemi scheletrici spesso la terapia è chirurgica. Fondamentale quindi è la prevenzione, disabituare i bambini dopo i 2 anni d’età all’uso di ciucci, biberon o al succhiamento del dito e correggere i problemi di respirazione orale, spesso causati da vegetazioni adenoidee e/o tonsille ipertrofiche.

È molto importante sottolineare che spesso quando si ha un morso inverso o cross-bite, anteriore e/o posteriore, si è in presenza di una terza classe dentale e/o scheletrica.

Può essere data o da un iposviluppo del mascellare superiore o da un eccessivo sviluppo della mandibola. Per la correzione sono fondamentali la diagnosi e la terapia precoci: iniziare già a 5 anni è la scelta migliore per evitare, se la crescita facciale risulti sfavorevole, di ritrovarsi in età adulta con un problema non più correggibile e di dover ricorrere ad estrazioni dentarie inferiori di compenso.

Nell’adulto, come detto prima, non si può più avere una correzione scheletrica, al massimo un compenso dentale, ove possibile, quindi l’unica soluzione è “l’intervento alla mandibola”, cioè si dovrà ricorrere ad un’operazione di chirurgia maxillofacciale per la risoluzione del problema.

Il morso inverso posteriore nei bambini è correggibile con l’espansione del palato tramite o apparecchi mobili o apparecchiature fisse (espansore rapido palatino, quad-elix, barra palatina con bracci, etc.), nell’adulto non si avrà una correzione scheletrica ma uno spostamento solo dentale di inclinazione, per entità gravi di contrazione superiore è anche qui previsto l’intervento di chirurgia maxillofacciale.

Al fine di alleviare i problemi articolari dati dalla malocclusione o dal bruxismo e prevenire il danneggiamento
dei denti e la relativa abrasione è previsto l’utilizzo dei bite, dispositivi mobili che vengono costruiti su misura del paziente ed in base alle esigenze terapeutiche.

Autore: Dr. Salvatore Cobisi

Fonti:

Ortodonzia Moderna. Proffit William R.; Fields Henry W.; Sarver David M.

Manuale di Ortodonzia. Robert, Moyers.