La maggior parte degli studi sull’implantologia hanno riportato risultati positivi con un tasso di successo superiore al 95%. I dati variano in base alla tipologia di impianto e al comportamento dei pazienti in termini di igiene dentale e a stili di vita.
Nello specifico, nei casi di impianti singoli la buona riuscita oscilla dal 96,7% al 97,5% di sopravvivenza a dieci anni. Se invece si prendono in esame le protesi parziali fisse, la durata si aggira intorno ai 6 – 7 anni.
Un’indagine effettuata su larga scala ha dimostrato che prendendo in considerazione 13.049 impianti a due fasi il tasso di successo è stato del 92% oltre i 15 anni, e del 85% per 5.515 impianti chirurgici a una fase per 10 anni.
Uno studio più recente ha riportato dati relativi a casi esaminati nel corso di 20 anni. In questo caso sono stati valutati degli impianti con una superficie ruvida in casi di edentulismo parziale. Di questi impianti, il 68% non ha mai avuto complicazioni tecniche e il tasso di successo totale si aggira intorno al 75,8 % / 89,5 %.
Per quanto riguarda le eventuali complicazioni associate ai trattamenti implantari, la perimplantite si riscontra nel 9,7% degli impianti singoli, la perdita ossea che supera i 2 mm nel 6,3% dei casi e l’allentamento del pilastro o delle viti protesiche nel 12,7% degli impianti dopo 5 anni. Se si presentassero problematiche di questo genere, già dopo 5 anni, la stabilità futura dell’impianto sarebbe seriamente a rischio. Secondo questo studio la perimplantite colpisce maggiormente gli impianti multipli. Nelle fasi avanzate, si presenta con dolore e sanguinamento al momento del sondaggio. Col tempo l’impianto diventerà mobile e di conseguenza perderà integrazione con l’osso. È opportuno valutare che quando sia necessario rimuovere un impianto si tratta di un intervento alquanto complesso, per non parlare se fosse necessaria una terza sostituzione
Oltretutto, patologie pregresse e stili di vita non salutari, influenzano negativamente la buona riuscita di un impianto. I fattori di rischio che possono portare al fallimento degli interventi di implantologia con il conseguente rigetto sono i seguenti:
- Fumo
- Consumo regolare di alcool
- Scarsa igiene orale
- Osso tipo IV, osso corticale molto sottile e osso trabecolare poco denso
- Bruxismo, digrignare i denti
Pertanto, in conclusione, la buona riuscita di un trattamento implantare dipende di certo dalla professionalità dell’odontoiatra, tuttavia il comportamento del paziente incide molto sulla durata dell’impianto.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3872851/